CCC Team, Greg Van Avermaet fra Fiandre e Olimpiadi: “La medaglia ai Giochi ti cambia la vita”
È una stagione importante per Greg Van Avermaet. Il belga, campione olimpico uscente, metterà in palio il titolo vinto a Rio de Janeiro 2016 nella corsa in linea di Tokyo 2020. L’appuntamento a cinque cerchi arriva inoltre nel bel mezzo di una stagione in cui l’uomo di punta della CCC, che va per i 35 anni, vorrà provare a riscattare un 2019 non entusiasmante. Il bilancio di GVA è stato comunque in attivo con la vittoria del Gp Montréal e il secondo posto alla Clasica San Sebastian, ma l’atleta di Lokeren ha trascorso una primavera delle Classiche lontano dalle posizioni che era solito occupare.
Van Avermaet ha appena concluso un periodo di allenamento a Tenerife. La sua stagione inizierà il 5 febbraio, con la prima tappa della Volta Valenciana. Ma i grandi obiettivi sono altri, come il Giro delle Fiandre: “Per me non è un’ossessione – le parole del belga della CCC in un’intervista rilasciata a Sporza – Voglio dimostrare a me stesso che posso vincere quella corsa. Poi, non importa se il successo non arriva; voglio comunque provarci. Cambiare il titolo olimpico con la vittoria del Fiandre? Mai. Quel momento non voglio proprio cancellarlo dalla memoria, è stato il migliore della mia carriera. La Ronde c’è ogni anno, i Giochi una volta ogni quattro. Il Giro delle Fiandre è una grande corsa, ma considero i Giochi con un valore maggiore”.
Il Fiandre però è più “vicino” rispetto alla prova di Tokyo. Può essere l’ultima possibilità di vincerlo? “Non credo. Mi hanno già fatto questa domanda alcune volte, ma ogni anno parto con ambizioni e vengo considerato come uno dei favoriti. Penso di potermela giocare ancora per qualche anno. Gli uomini da battere? Peter Sagan sarà lì e Mathieu van der Poel ha grande classe per quel tipo di corsa. Penso che il neerlandese sarà l’uomo della primavera”.
Poi, nell’agenda di Van Avermaet, l’altro circoletto rosso è quello intorno alla data della prova in linea dei Giochi olimpici: “Finirò regolarmente il Tour de France 2020 e il giorno dopo partirò per Tokyo. Il fuso orario sarà il problema più grande, ma ho già fatto questo tipo di trasferte e mi adeguo molto rapidamente. Sarebbero le mie terze Olimpiadi: andare a Londra 2012 mi ha poi aperto gli occhi in vista di Rio. Ho visto l’impatto che quella medaglia ha avuto sulla mia vita e vorrei aggiungerne un’altra”.
Ma il percorso non è troppo duro per le caratteristiche del belga della CCC? “Mi sembra simile a quello di Rio e anche quello sulla carta dicevano fosse troppo difficili. Ma è una gara particolare, con squadre composte al massimo da cinque corridori. Tatticamente è molto difficile da controllare e questo deve essere a mio vantaggio. Non mi definisco uno dei grandi favoriti, ma penso di poter essere un outsider”.
Van Avermaet va per i 35 anni: “Se sono passati i miei anni migliori? Può darsi. Non migliorerò più tanto, ma andare in bicicletta mi piace ancora. È un divertimento, non una professione. Voglio vincere il più possibile, ma la base è divertirsi”. Fino a quando? “Non so quando smetterò. Voglio restare ad alto livello. Quando non riuscirò a farlo, chiuderò abbastanza rapidamente e mi dedicherò ad altro, anche se mi piacerebbe rimanere nello sport e aiutare le persone a raggiungere i loro sogni”.
Spiccioli di curiosità: GVA pensa che l’errore più grande della sua carriera sia “essere stato troppo ambizioso all’inizio” e non esclude la possibilità di gareggiare fuoristrada, “ma in prove di mountain bike. Cos’avrei voluto fare non avessi fatto il ciclista? Come Thibaut Courtouis (il portiere della Nazionale di calcio belga – ndr), avrei voluto giocare per il Real Madrid e provare quella sensazione di vedere così tanti tifosi in uno stadio”.
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